Sarago


(Diplodus sargus)

Caratteristiche
E’ un pesce molto bello e simpatico, certamente il più familiare per i subacquei, che lo incontrano praticamente ovunque si immergano, basta che nella zona ci sia qualche sasso e qualche tana. Il corpo è ovale, abbastanza alto e compatto, il profilo è leggermente convesso. La bocca, non molto grande, contiene otto denti incisivi nella parte anteriore di ogni mascella e una serie di molati arrotondati nella parte posteriore. La pinna dorsale è unica e si estende per tutta la schiena: la prima parte è composta da raggi spinosi molto robusti, la seconda da raggi molli; le pinne pettorali sono abbastanza lunghe e la pinna caudale è leggermente forcuta. Il colore di fondo è il grigio argento, ma sono ben visibili sette o otto bande verticali verdastre che ricoprono i fianchi. La coda presenta un bordo scuro e le pinne pelviche sono grigie. Molto evidente, inoltre, è una macchia nera sul peduncolo caudale.
Il Sarago è forse l’unico pesce che dimostra a prima vista la sua età. I giovani, anche se corpulenti, hanno solitamente colori e macchie tenui, a parte quella del peduncolo caudale. La loro livrea è quasi argentea, scintillante, praticamente nuova. Man mano che gli anni passano, il Sarago cambia leggermente aspetto: il suo profilo diventa ancora più ripido, l’occhio diventa più bruno e severo, l’argento diventa piombo, il verde delle strisce verticali diventa verde scuro, i denti diventano gialli, grossi e sporgenti. Il Sarago può arrivare a una lunghezza massima di quarantacinque centimetri e a un peso di un paio di chilogrammi. Si nutre di crostacei, di echinodermi e di molluschi, che tritura pazientemente con i denti molariformi, ma a volte non disdegna neppure certe alghe verdi che crescono sulle rocce e in casi di necessità rivolge la sua famelica attenzione anche a piccoli pesci.
Vive solitamente in branchi numerosi e va in amore in primavera, quando depone le uova che sono fluttuanti. Nel primissimo stadio della loro vita i piccoli seguono le correnti planctoniche e stanno in acque libere, ma poi vanno subito a contatto con il fondo, che non abbandonano mai, se non in specialissime occasioni.

Dove vive
È comune nel Mediterraneo ed è presente anche nell’Atlantico orientale, dal Golfo di Biscaglia all’Angola. Si può tranquillamente affermare che il Sarago c’è proprio dappertutto. Non c’è scoglio che non abbia la sua brava famigliola di Saraghi. E siccome le rocce, o comunque i sassi, ci sono persino sulla sabbia, ecco che i Saraghi non mancheranno mai e saranno sempre nella visuale della maschera, come se facessero parte del panorama. Il Sarago, comunque, predilige i fondali rocciosi non troppo profondi, diciamo tra la superficie e i trenta-quaranta metri. Si può trovare indifferentemente nei cupi paesaggi composti da pareti a picco e guglie lunari, come negli allegri declivi di pietre accatastate una sull’altra e sui fondi misti di scogli e di alghe. Quest’ultimo è però lo scenario che più gli si addice, perché il Sarago, tutto sommato, è un curioso personaggio, che ama la vita allegra, la compagnia, la luce e la varietà delle forme.

Comportamento
Al Sarago piace la compagnia. Le tane, le fessure orizzontali sotto i lastroni di granito, gli spechi che si formano tra un sasso e l’altro, le gallerie a gomito, sono la sua casa. Anzi, le sue case. In effetti, il Sarago è un pesce abituato a vivere tra le rocce, ma non è un pesce di tana come la Cernia, che si sceglie una casa e frequenta solo quella. Il Sarago, più che un rifugio, si sceglie una zona, un tratto di scogliera che lo ispiri a sufficienza, e vi si stabilisce senza mai allontanarsene molto. E quella zona per lui rappresenta il mondo, un mondo ristretto, se vogliamo, ma un mondo che gli va a pennello e di cui conosce ogni minimo segreto. Non c’è anfratto che lui non possa imboccare ad occhi chiusi. E questa è la sua forza. Il Sarago, quindi, di case ne ha tante; tante quanti sono i buchi e le caverne del suo mondo. Ha case per rifugiarsi quando fa troppo caldo o quando c’è troppa luce; case per ripararsi di notte dagli eventuali predoni; case per fare comunella con gli amici più simpatici; case per giocare a nascondino; case che gli permettono di svignarsela non visto da passaggi sotterranei; case per mettersi al sicuro quando ha paura. Insomma, avrete capito che il Sarago non ha certo il problema dell’alloggio e il bello è che lui, tutte queste dimore, se le ricorda alla perfezione, tanto da sceglierle con accuratezza secondo le esigenze del momento. Così può capitare che il nostro pesciotto, a zonzo per il fondale come al solito per curiosare, rimanga terrorizzato magari dalla presenza di un subacqueo e che pertanto decida di nascondersi al meglio delle sue possibilità. Siate certi che il Sarago non si infilerà nel primo buco che gli capita a tiro, ma che schizzerà rapidamente verso la tana più sicura, anche se questa sarà a parecchie decine di metri di distanza. E per raggiungerla il Sarago non farà strani giri, ma indovinerà sempre la strada più corta, passando magari dentro altre grotte piuttosto di fare il giro di uno scoglio: giro che gli farebbe indubbiamente perdere tempo.

Tecniche di pesca
Dalla costa, dalla barca e subacquea.