Pesca alla traina d’altura

Con questo articolo introduciamo le tecniche di traina veloce praticata in altura, espressamente dedicata alla cattura di pelagici, che può essere molto divertente e fruttuosa. Ce ne parla un esperto, Gianmaria Cogliati, Responsabile del Centro pesca Club Baja del Granado.

Al primo sguardo può sembrare una cosa facile facile: filare in mare 4 o più lenze e girovagare senza una meta precisa in attesa dell’abboccata; un lavoro più indicato a un tassista (con rispetto parlando) che ad un pescatore. Andar per mare significa non farsi sfuggire il minimo particolare, quindi aguzzare la vista e abituarla a cogliere il benché minimo segnale di presenza di pesce, ciò può trasformare una fiacca giornata in una di gioia!
La presenza di pesce è segnalata in primis dalla presenza di gabbiani, a volte in mangianza a volte in cerca di prede, dunque li vedremo girare a pelo d’acqua, cambiare direzione, alzarsi e rituffarsi. Tutto questo indica che in quella zona, sotto il pelo dell’acqua c’è movimento di pesciolini-foraggio e di conseguenza di predatori. Un altro chiaro segnale sono le chiazze di olio di sardina (da non confondere, purtroppo, con quelle di benzina), ben visibili perché l’unto in mare lascia una macchia omogenea e limpida: poco prima in quel preciso punto qulche pesce ha banchettato con i poveri clupeidi, disperdendone sangue e grassi.
L’ecoscandaglio e’ inoltre un validissimo aiuto, dando per scontato che si sappia leggerlo a dovere, che vi indicherà a che profondità e dove stazionano i branchi di pesce, le cigliate, le secche e le batimetriche, insomma tutte le zone migliori per la pesca.

Le palamite e tutti i tunnidi sono le prede più comuni di questa tecnica Una volta appurato tutto ciò dovremo decidere quali esche filare in mare ma sopratutto come.
Il mio schema di traina preferito, che potremmo definire come “base” poiche’ a questo si possono applicare quasi tutte le varianti, è il seguente: si calano in mare 6 canne partendo dalle due più esterne e più distanti, infilate nei portacanne laterali e interni, dopodiché si calano le mediane e infine le corte, le distanze sono nell’ordine di 45/50, 25/30, 10/15 metri. Sconsiglio vivamente di aumentare le distanze, gli artificiali lavorerebbero in maniera non proporzionata alla velocità della barca e in più costerebbe maggior fatica recuperarle per qualsivoglia motivo.
Molto importante è far si che le nostre esche viaggino vicine come un branchetto di pesci in fuga, questo aumenta la possibilità di strike multipli, ricordatevi che la maggior parte dei predatori (tonni, lampughe, palamite o whaoo qui a Graciosa) attaccano in branco, quindi se parte una canna sola generalmente è perché abbiamo sbagliato a calarle e l’eventuale secondo pesce è restato a bocca asciutta, non trovando l’esca….

Un aletterato catturato con questa tecnica Un piccolo trucco può essere di filare due piumette da 12-15 cm (ottime le Bad Bass) che navigando in superficie permettono di trainare anche due pesci artificiali sotto di esse, per cui molto spesso passando in una mangianza o in un branchetto di tonnetti è facile che avremo quattro mangiate in contemporanea seguite dal dolce suono delle cicaline dei mulinelli.
Per le canne più “corte” consiglio, dopo averle calate, di legare tramite l’ausilio di uno o più elastici il filo madre a una girella a moschettone, preventivamente collegata tramite nilon o acciaio alla bitta della barca e fatta passare attraverso la bocca di lupo delle cime, questo sistema permette che l’artificiale lavori giusto sotto la prima onda prodotta dai motori, zona molto proficua di strike, per lo più di palamite o tonni.
Se il mare lo permette si possono calare dei teaser, una serie di polpetti montati in linea o in serie e senza amo che fungono da eccitanti; se il mare è mosso usate degli artificiali attrattori che contengano sferette mobili al loro interno e metteteli sulle canne piu’ corte: ottimi sono i “bonito”della Yo-Zuri nelle misure 14 o 17 cm o gli Halco Gt-jig; molti dei tonni più grossi catturati a traina alle Canarie sono stai presi con questo sistema.
Nel prossimo articolo tratteremo della fase piu’ importante e eccitante della traina veloce: lo strike!!